Paulo Dybala

Giugno è il mese per definizione dei rumors di mercato più forti e il tono si alza con l’avvicinarsi della data d’inizio effettivo della possibilità di acquisizione

Giugno è il mese per definizione dei rumors di mercato più forti e il tono si alza con l’avvicinarsi della data d’inizio effettivo della possibilità di acquisizione. Che poi i desideri o le trattative vadano davvero in porta è tutta un’altra musica, ma è un po’ come i tormentoni estivi: non saranno tutti raffinatissimi e li si dimenticherà col finire della stagione, però si potrebbe vivere senza Certo che no. E quindi entriamo nel clima dio esattamente un anno, 23 giugno 2022, andando a scoprire cosa ci proponevano i giornali in edicola.
Il Corriere dello Sport annunciava che in casa Roma era in atto una svolta. Il settore interessato era il centrocampo e il nuovo arrivo sarebbe stato Davide Frattesi. Che alla fine non si sarebbe mosso dal Sassuolo, anche se ancora dieci giorni fa al ritiro della Nazionale ha dichiarato di avere detto al suo procuratore di chiamarlo «solo in caso di cose importanti», ammettendo contemporaneamente che «è sempre un piacere trovarsi in mezzo a questi discorsi, vuol dire che le cose fatte in passato sono state quelle giuste».
Il personaggio più al centro dell’attenzione era però un altro e il club non era la Roma, anche se poi è lì che sarebbe finito. Il che rende tutto quel vociare abbastanza ironico, anche se sembrava prendere corpo a ogni ora che passava l’idea che sì, Paulo Dybala lasciato andare via dalla Juventus finisse a Milano. In prima fila l’Inter. Che riceveva il giorno dopo l’approvazione di Fabio Capello, intervistato da La Gazzetta dello Sport perché «Dybala non si discute come qualità». Non solo. A domanda se mai potesse convivere con Lukaku e Lautaro, la risposta apriva scenari di grande prospettiva con annesso tricolore, visto l’esempio fatto: «Alla Roma giocavo con Totti, Montella e Batistuta. Dipende dal sistema di gioco, l’allenatore deve supportarli. Se la difesa e il centrocampo capiscono che quei tre possono farti vincere allora si sacrificano: è la discriminante». C’era, però, anche un piccolo sussurro, flebile ma udibile quanto basta per far scattare quei tipici derby che si giocano sotto l’ombrellone: la Joya al Milan. In questo caso, l’opinionista di Sky tagliava corto, centrando totalmente il bersaglio: «Non ci credo, non lo vedo. Un sacco di chiacchiere».

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ultimo aggiornamento: 23-06-2023


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